Come si riconoscono i propri talenti?

I talenti sono il nostro tesoro interiore, viverli equivale ad essere sé stessi, responsabili del proprio destino.

Baba Bedi XVI

Ci sono molti modi per riuscire a capire quali sono.

Alcuni di questi talenti sono maggiormente evidenti nelle persone adulte, e se abbiamo la giusta sensibilità ed attenzione li notiamo già nell’infanzia.
Nel corso della nostra vita può succedere che, per svariate ragioni, i nostri talenti restino latenti, dentro di noi e spesso ci convinciamo di non averne.

Dalla mia personale esperienza, iniziata nel 2015 e da quanto mi hanno passato i miei mentori, spesso, il talento per cui proviamo un maggior imbarazzo, timidezza e che ci sforziamo di trattenere, è proprio il più potente che abbiamo, il predominate. Ma, non esprimerlo, ci crea un disagio maggiore.

La prima volta che ho partecipato ad un seminario di attivazione psichica e ricerca dei talenti (2015) non mi aspettavo ciò che ho piacevolmente visto ed udito succedere, prima nei compagni di corso, poi in me.

Alcuni esempi:

Una donna, compagna di corso, non voleva saperne di cantare, con il tipico “sono stonata, mi vergogno, non sono capace etc”. Dopo l’attivazione e con l’aiuto del facilitatore, ha spontaneamente intonato un canto, che mi ha come riportata ad altre epoche, una voce angelica e assolutamente degna di rispetto. Lo stesso è accaduto ad altre. Io le guardavo incredula e mi chiedevo dove trovassero tutta quella potenza e quella voce (non eravamo né cantanti né musiciste).

Lo stesso è accaduto con la danza, una giovane donna ha ballato come una ballerina di danza classica e io davo per scontato che lo facesse di professione o come hobby. Invece mi rispose che al massimo conosceva l’hip hop. In un altro caso simile, la donna in questione ci disse, oltre ad aver ballato magnificamente, che le era sparito completamente un importante problema all’anca durante il ballo.

Io al massimo avevo passato molti anni a ballare in discoteca, anche in stile “dark” e mi imbarazzava molto l’idea di mettermi in centro sala per provare su di me l’attivazione della danza psichica, immaginavo già che avrei fatto ridere tutti.

E invece…

LA MIA DANZA:

Al mio turno, in centro sala, seguivo ad occhi chiusi e senza musica, la specifica meditazione per attivare la danza psichica su di me, con attenzione e timore:… finché inaspettatamente le mie gambe prima e tutto il mio corpo poi, hanno iniziato a muoversi da sole, cadenzando un ritmo pestando forte il pavimento, muovendo le mani verso l’alto senza sapere come e perché. A fiato esaurito mi sono fermata, fra lo stupore di tutti, e figurarsi il mio! Ahahaha!

Mi è stato detto, anche se già lo avevo capito, che avevo ballato un flamenco!

Vi assicuro che non l’ho mai studiato e non so da dove sia arrivato, ma è successo! Questo per dire che siamo molto ma molto di più di quello che pensiamo, crediamo, o ci hanno fatto credere di essere.

Io ho trovato una naturale connessione con questa tecnica, messa a punto e diffusa dal poco noto filosofo indiano Baba Bedi XVI, meglio conosciuto come il padre di Kabir Bedi, l’attore che nel celebre film ha interpretato Sandokan.

Nato nel 1909 nel nord dell’India, Baba Bedi XVI studiò ed approfondì l’argomento dei talenti artistici, della loro espressione e dell’intuito, diffondendo le sue conoscenze. La complessità della sua visione spirituale e filosofica ingloba una vasta gamma di dati, che spaziano dalla filosofia, alla psicologia, alla pedagogia, alla sociologia, alle conoscenze di fisica, astronomia, biologia, politica, religioni.

Alla fine degli anni ’50, Baba fondò a New Delhi “L’Istituto per la Ricerca del Non – Conosciuto”